All’interno delle colonie che li ospitavano i profughi portarono con sé usi e costumi delle comunità d’origine, comprese le proprie abitudini alimentari, percepite nella loro profonda valenza identitaria. Assai frequenti erano, pertanto, le lamentele degli esuli in merito al tipo di alimentazione somministrata loro e ricorrente la richiesta di poter introdurre nei pasti alimenti «più confacenti alle [proprie] abitudini».
Prospetto della distribuzione settimanale e giornaliera del vitto ai profughi ospitati nella colonia del Priorato a Fontanellato – senza data (Archivio storico comunale di Parma)