Nonostante la “Gazzetta di Parma” si affannasse a sottolineare gli alti sentimenti di italianità che animavano i profughi, nell’opinione pubblica locale permaneva una certa diffidenza nei confronti dei nuovi arrivati, sospettati di simpatizzare per il nemico austriaco e accusati di disfattismo e anti-italianità. «Sentimenti austrofili» erano, ad esempio, attribuiti, in una nota del Comitato profughi di San Lazzaro Parmense, ai profughi Paolo Zanna di Pieve Tesino, accusato di «propaganda antinazionale», e Carlo Ruffo di Capodistria, il quale «è stato sentito gridare a viva voce: Abbasso gli italiani».
Lettera del prefetto di Parma al Presidente del Comitato profughi di San Lazzaro Parmense – 14 agosto 1917 (Archivio storico comunale di Parma)